In attesa di capire se questo blog sia da considerare un servizio essenziale, come i negozi di alimentari e la Posta, oppure uno dei peggiori effetti collaterali del virus, ecco un’altra puntata delle “cronache della quarantena”.
Dal Presidente del Consiglio (“Rimaniamo distanti oggi per tornare ad abbracciarci più forte domani”) in giù gli inviti a starsene a casa non sono mai abbastanza. Soprattutto gli anziani sfuggono a ogni controllo, tanto che se al supermercato qualcuno mi guarda con sospetto inizio a temere di rientrare ormai nella categoria. Sarà la mancanza di parrucchiere…
La soluzione sarebbe il blocco dei cantieri per evitare che i vecchietti escano per controllare che tutto si svolga a regola d’arte, ma sarebbe una crudeltà: come se alla nostra generazione togliessero Sky e Facebook o ai nostri figli Netflix e Instagram.
In questi giorni è nato un nuovo mestiere: il Direttore Artistico di Flashmob su base condominiale. C’è un calendario di esibizioni dai balconi ormai fitto come quello della Scala, anche se non perfettamente coordinato in quanto a repertorio. Ma date tempo, ora della fine della quarantena al concerto delle 18 canteremo finalmente tutti la stessa canzone.
I personaggi famosi stanno a casa. La Ferragni canta sul balcone come una qualunque massaia in giubbino panterato mentre Fedez fa la regia del suono con un impianto che nemmeno a un concerto di Ligabue. Ivanka Trump, mamma amorevole, organizza per i figli un campeggio in salotto in una tenda di teli bianchi presumibilmente sterilizzati che ha le stesse dimensioni di quelle usate per i triage davanti agli ospedali.
Chi non dispone di tali risorse in termini di metri quadrati e attrezzature si arrangia come può, .
L’importate è mantenere tutto pulito per evitare il contagio. Finora, con la scusa di aver molto da fare “fuori” (lavoro, figli da accompagnare a destra e a manca, un minimo di vita sociale) ci sentivamo autorizzate a dedicare ai lavori domestici il minimo indispensabile, ma ora che l’igiene è un elemento fondamentale della lotta al Covid-19 non possiamo più tirarci indietro. Perciò abbiamo inserito nella nostra routine (tra il lavoro smart e il corso di yoga in streaming) un accurato house cleaning e sanifichiamo qualunque cosa.
Molte casalinghe per necessità si stanno chiedendo se sia anche possibile “sanificare”, magari con una bella passata di vapore misto a candeggina, il marito sempre tra i piedi ma sempre indisturbabile perché “in call” con i colleghi. Provateci e fateci sapere.
Son tornati di gran moda i consigli delle nonne e delle mamme sull’uso della candeggina e del bicarbonato. Si riprendono i vecchi guanti Marigold che rispetto ai più fighetti monouso possono essere messi e tolti con facilità e si possono lavare come le mani. Volendo possiamo anche indossarli per le uscite a fare la spesa, lanciando un nuovo trend prima che ci pensi Balenciaga (quello che ha fatto una borsa uguale al borsone giallo dell’IKEA).
Giriamo per casa con uno straccetto imbevuto di alcol, puliamo il pianerottolo (quando mai ci era passato per la testa di farlo?), ci assicuriamo di avere un’ adeguata scorta di spugnette e tutto brilla come in un Carosello anni Sessanta della Cera Emulsio.
In questi giorni poi stiamo cominciando a pensare che la nostra generazione, che ha dovuto sorbirsi i racconti di come ci si arrangiava in tempo di guerra, avrà la sua rivincita e potremo raccontare ai nostri figli (anche ai maschi, mi raccomando) “come si puliva quando c’era il coronavirus” e tutto quello che prima ci sembrava facile e a portata di elettrodomestico era diventato un po’ più complicato.
Tiriamo fuori la casalinga che è in noi: oggi il mondo si può salvare anche con la candeggina.
(3.continua)
Io spero che questo tempo infido e pieno d’ansia , noncurante della primavera e delle rose che attendono di sbocciare, si dissolva e che tutta la fatica mirabile e rischiosa di chi si adopera per aiutarci a debellare il male sia infine premiata dalla vittoria; spero anche che a quel tempo avremo fatto nostri spazi e modi ieri dimenticati,considerazioni e riflessioni anacronistiche sino a un mese fa ma oggi sempre più attuali ; spero che avremo compreso il valore di un abbraccio e di un bacio, la dolcezza della vicinanza e l’importanza Del rispetto e della considerazione degli altri . Spero che il tempo chiuso e obbligato nelle nostre case avra’ ridato il prestigio meritato alla famiglia, ai genitori anziani e ai figli arruffati e ribelli e che tutto questo non sia stato solo dolore e morte
cara Elena, in questo strano tempo sospeso tutti cerchiamo di superare l’incertezza come sappiamo e possiamo. con piccole cose, come stare a casa o grandi prove, come quelle che si stanno affrontando nei luoghi di dolore e di cura. Non sarà a breve, ma ne usciremo. Nel frattempo, la primavera incurante ci regala un cielo senza nuvole, che fa ben sperare