Fase boh

Qualunque madre, di qualunque generazione, a qualunque latitudine ha urlato almeno una volta nella vita dietro a uno o più figli ribelli «Conto fino a tre e poi vedi!» dove il “vedi”poteva significare “lo dico a tuo padre”, “stai punito/a per una settimana” o “ti arriva un manrovescio che te lo ricordi per la vita”. Poi, la mamma che fa tanta scena ma in fondo ha un cuore di burro, iniziava a contare : «Uno…Due… Duemmezzo…Duetrequarti…» sperando che il colpevole non la costringesse agli estremi rimedi previsti dal numero Tre.

Diventata ormai un ricordo la Fase Uno, passato l’intermezzo della Uno e ¾ (leggi qui), iniziata la Fase Due del “riapriamo qualcosa e vediamo cosa succede”,  ci ritroviamo nel limbo della Fase Boh. Quella dove ci hanno detto che cominceremo a fare cose ma ci troviamo ancora incerti sulle modalità e poco sicuri dei risultati.

Nelle ultime settimane ci eravamo assuefatti (e questo non è un bene) a notizie sui giornali o slide proiettate al TG precedute dalla doverosa segnalazione che si trattava di bozze, quindi passibili di smentita, modificabili, annullabili o implementabile a scelta.

E nel marasma di notizie- di questi ultimi giorni quella con più solide basi di certezza è stata che Giorgio Armani trasferirà la sfilata della linea Privé da Parigi a Milano. Con grande soddisfazione del Sindaco Sala, che solo qualche giorno prima era invece andato su tutte le furie in diretta a causa degli irriducibili dell’aperitivo sui Navigli che hanno creato assembramenti non autorizzati.

Oddio, come notizia ci sarebbe anche la liberazione di Silvia Romano, ma visto il casino che hanno messo su tutti quanti è meglio sorvolare. Tanto in qualunque modo la si racconti c’è qualcuno che si sente in dovere di dire la sua, in modo sgarbato, superficiale, talvolta sconnesso e spesso (sui social) sgrammaticato.

Adesso il dado è stato tratto e il decretone partorito, ma nessuno è in grado di dire, a parte il fatto che da Lunedi prossimo riaprirà praticamente tutto quello che era rimasto chiuso – ognuno con le modalità che riuscirà a inventare – ma non potremo assembrarci.

Nonostante l’intenzione di voler accontentare tutti, qualcuno scontento c’è di sicuro (e si sta già lamentando), qualcuno che sperava di ottenere di più, che si sente trattato più da figliastro che da figlio. Che si tratti di braccianti, ristoratori, negozianti, bagnini, parrucchieri, parenti, amici o chi dal Lazio si vuole spostare in Abruzzo o dal Piemonte alla Liguria. Occorrerà ancora un po’ di tempo per vedere l’effetto che fa, come più o meno direbbe Jannacci.

Non è facile, ma in qualche modo si deve fare, in qualche modo si farà. Speriamo solo che con la Fase Tre non ci arrivi un manrovescio.

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