Il mercato del giovedì

Lo shopping compulsivo non va mai in vacanza. Per sua stessa natura deve essere alimentato da continui acquisti di cose inutili o indispensabili, a qualunque prezzo. Per questo hanno inventato i mercati nelle località di villeggiatura: una specie di placebo per chi, per una settimana, quindici giorni o un mese, deve fare a meno di Zara, H&M o i negozi suggeriti dalle amiche dove trovare qualsiasi cosa al prezzo più conveniente mai visto.

Un serpentone di tende sotto le quali l’aria diventa rovente con il passare delle ore, dove si procede lentissimi, scontrandosi continuamente con passeggini, nonni scortati da badanti, signore che inchiodano davanti all’offerta imperdibile, alla curiosità new entry, al banco che l’anno scorso non c’era.

Tra bikini leopardati a 12 euro, il libro “Tutte le battaglie di Beppe Grillo” , i vestitini,  le polo e i bermuda  c’è il solito imbonitore che quest’anno, invece dell’attrezzo per sbucciare l’ananas molto in voga nell’ estate 2014, presenta l’affettatrice universale francese. Viene via per poco, incluso il suo numero di cellulare come garanzia nel caso si rompesse o se, in prossimità delle feste natalizie, se ne desiderasse ordinare un certo numero da regalare alle amiche. Consegna gratuita per acquisti superiori ai 60 euro. La formula è pari pari quella di Amazon: bisogna aggiornarsi, signore mie.

Un banco gestito da una simpatica coppia under trenta, un po’ svagata e molto tatuata propone abbigliamento decisamente in contrasto con le vestagliette a fiori che si trovano ovunque:  miniabiti in tulle con gonne a corolla, top in pizzo, giubbotti stra-zippati. Con 55 euro ci si porta a casa un bustier sadomaso tempestato di simil-swarovsky e i pantaloncini in pura plastica nera, completo perfetto per una serata da cinquanta sfumature low cost.

Più avanti, scampoli orlati e cuscini fatti con tessuti stampati a disegni di  muffin che fanno dire alle ragazzine lovogliolovogliolovoglio. Le immancabili tovaglie provenzali antimacchia divise per formato – tonda, quadrata, rettangolare – e per fantasie – lavanda, pesci, olive.
Filati e passamanerie per le seguaci di Kate Moss che si rilassano facendo i lavori all’uncinetto.
Una bancarella è divisa a metà: da una parte cappelli di paglia, dall’altra libri a metà prezzo. Perfetto per chi vuole rifugiarsi nell’entroterra a leggere in solitudine, anche se i titoli proposti non sono tra i best seller dell’anno.

Odore di cuoio quando si passa avanti al banco delle cinture: fortunatamente non tutto è di plastica. Fine serie e campionari tutto a dieci euro ma si trova anche un giacchino Prada taglia 38  a milletrecento euri – ed è al 50%! – alla postazione che propone campionari chic con tutto Aspesi, Moschino e Cucinelli strategicamente in pole position. Ovviamente si accettano carte di credito.

Alcuni hanno tendoni personalizzati: “Da Mariella. La differenza” “L’outlet della borsa” altri sono indiani “prego-prego-tutto-a-un-euro-prego”. I più affollati  sono quelli che espongono  biancheria da uomo, così si archivia velocemente il problema con tre slip a dieci euro e il consorte la pianta di rompere con la lagna dell’elastico delle mutande che si lascia andare.

La “Bancarella del Benessere” vende cristalli di Potassio contro la sudorazione eccessiva, sacchetti profumati per cassetti e il miracoloso unguento “L’artiglio del drago” contro attacchi di cervicale a tradimento. Di fronte, i taglieri e le posate da insalata in legno d’ulivo. Ne abbiamo almeno tre serie ma dato che se finiscono in lavastoviglie poi si rovinano, meglio fare scorta.

Difficile non comprare niente. Ma sia ben chiaro che lo facciamo solo per tenerci in esercizio.

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2 Comments

  1. says: Paola

    Brava Franci, descrizione perfetta , che poi questi mercati sono tutti uguali ovunque vai ! E in fondo poi ci piace andarci e così ci perdoniamo lo shopping inutile……..ma in fondo non è vacanza anche questo ?!?!?!?

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