Noi signore siamo specialiste di “faccio prima a farlo che a star lì a spiegartelo”. Lo facciamo con genitori anziani, mariti poco collaborativi, colleghi inetti e figli pigri.
Sarà per questo che nella mia città alcune signore (quelle della foto) si sono stufate di una situazione che recava loro preoccupazione e anche, perché negarlo, del dispiacere per le sorti del luogo dove abitiamo e lavoriamo tutte e, senza perdere altro tempo per spiegare la cosa sprecando inutili fiumi di parole, hanno deciso di passare all’azione.
Ormai pochi ascoltano e pochissimi leggono e allora facciamogli vedere le figure, così capiscono: mettiamo insieme qualche decina di migliaia di persone in una piazza, la nostra piazza. Che ci vorrà mai per delle donne determinate, nell’era di Facebook? E chi ha occhi per vedere, capisca.
Le hanno chiamate “madamine”, con un filo di sufficienza e ironia. Ma le madamine sono un prodotto del territorio come il tartufo, la barbera, gli agnolotti, il Valentino e Palazzo Madama. Le madame e madamine sono a Cit Turin, a Barriera, a Millefonti, a Madonna del Pilone, a Pozzo Strada, a Mirafiori, in tutta Torino. Non si è madame e madamine per censo, lo si è per età. Sappiatelo.
E soprattutto c’erano già ai tempi di Cavour, di Torino Capitale d’Italia, della nascita del cinema, della Donna della Domenica e delle Olimpiadi e ci saranno anche domani. Certi personaggi forse no….
Avete presente quando la sedia in camera dei nostri figli è piena di abiti e noi al ventesimo richiamo decidiamo che basta, che bisogna darsi da fare e capovolgiamo tutto quanto sul pavimento senza urlare, senza più dire nemmeno una parola?
Ecco, le madame fanno quella roba lì.
Foto La Presse