Correre fa dimagrire, ossigena i muscoli, tonifica le ciccette, migliora l’umore, regala momenti di dinamica solitudine. Correre fa bene al cuore. Ne sa qualcosa il mio amico Massimo che qualche anno fa, reduce da un intervento che gli ha regalato una certa dose di bypass a un’età in cui proprio non pensi di averne bisogno, mi ha fatto scoprire il piacere di correre.
Fino a quel momento avevo speso una quantità esagerata di soldi in iscrizioni a palestre che non ho mai frequentato e l’idea di fare un po’ di movimento gratis, all’ aperto e in compagnia di amici poteva anche starci. Ritmi tranquilli e massima libertà di scelta se partecipare o no.
Gruppo sportivo: tre persone. Ora di partenza: le sei del mattino. Ero in un periodo di ormoni “spettinati” e mi svegliavo alle cinque in preda a sudori inarrestabili perciò tanto valeva alzarsi, mettere i pantaloncini tecnici con effetto schiacciapancia, la maglietta stinta e un po’ sformata e partire per una corsa di 30 minuti lungo il fiume.
Ho scoperto che a qualunque ora lungo le rive del Po c’è gente che corre; con qualunque stile, a qualsiasi velocità, con gli scopi più disparati: ironmen in allenamento, signore alla ricerca del peso forma in tenuta sudarella total black , ragazze giovani e bellissime con coda di cavallo ondeggiante accompagnate da personal trainer dagli evidenti secondi fini. A voler essere precisi le ragazze ecc.. ecc.. in genere corrono alla sera, la mattina dormono perché la sera prima hanno fatto tardi.La mattina presto è più un’ orario da madame lavoratrici.
A Torino poi è comodo misurare in “ponti” la lunghezza del tragitto e la durata dell’allenamento. Percorso-tipo: ponte di Corso Vittorio/ponte di Corso Regina, andata sulla sponda sinistra e ritorno sulla sponda destra (per i pignoli circa 4 km). Finita la corsa rientro a casa, doccia, una figlia da portare a scuola e pronta in tempo per il lavoro.
Dopo qualche anno il mini gruppo si è sciolto causa trasferimento ma ho continuato a correre, da sola o in compagnia, sul tapis roulant della palestra – che nel frattempo ho iniziato a considerare come luogo di sport e non di girone infernale in cui confrontarmi con iperfighissime – poi a Torino al Valentino o alla Pellerina, a Milano al Parco Sempione oppure tra Finale Ligure e Borgio Verezzi.
La corsa è la mia terapia ormonale sostitutiva senza farmaci o integratori: è semplicemente un momento che dedico a migliorare la parte fisica di me stessa. Non ho un piano di allenamento specifico – anche se un pochino sono migliorata nella tecnica e nei tempi – e mi impongo una certa regolarità settimanale. A volte corro meglio e a volte peggio, a volte faccio più fatica e altre mi sembra di non essere nemmeno (tanto) stanca: un po’ come in tutte le cose ci sono alti e bassi.
E a differenza dei corridori zen, quelli che quando corrono svuotano la mente, io quando corro penso, cerco soluzioni, analizzo pro e contro, prendo decisioni. Alla fine, mi sembra di essere arrivata da qualche parte sia con le gambe che con la testa, e di aver fatto del bene al mio cuore.
Ciao Franci, bellissimi ricordi le corse alle sei di mattina. Torino alle prime luci dell’alba , i profumi della natura che si risvegliava in primavera lungo il Po, tu e la tua amica Simo che vi lamentavate non appena aumentavo il passo fatto salvo poi essere voi ad accellerare come delle novelle Paula Radcliff se proponevo di andare a fare la colazione in qualche pasticceria del centro……
Ebbene si correvamo non per dimagrire ma per poter mangiare di più’.
Un bacione da Max e Simo.
ehilà ragazzi… eccomi… siete dei grandi! neanche la gru riuscirebbe ad alzarmi dal letto a quell ora per andare a correre!!! ma ci saremmo sicuramente trovati piu tardi in pasticceria baci baci PUNY