Chi pensa che la 44 sia l’inizio della fine si sta sbagliando. C’è un mondo anche oltre. E anche oltre la taglia 50…
Certo, ci sono le magre di costituzione, quelle che non prendono un chilo nemmeno se mangiano la carbonara a colazione e non rinunciano agli spuntini ipercalorici, ma sono rare eccezioni. Ci sono anche quelle che controllano ogni singola caloria ingerita e si impegnano in attività fisiche di qualsiasi tipo riuscendo ad arginare ma non a debellare le rotondità incipienti e hanno fatto l’abitudine alla pancia tonda.
E poi quelle che hanno una fisicità importante, le burrose, le curvy, le plus size (nota bene: “taglie forti” non usa più)che non necessariamente si devono vestire con abiti informi, leggings e camicioni, o di nero. Anzi, il nero che “sfina” lo lasciano volentieri da parte. O comunque è presente nel loro guardaroba tanto quanto in quello di una taglia 42. Per esempio Louise O’Reilly una delle più autorevoli modelle plus size e curvy blogger dedica un articolo e una serie di foto a una delle tendenze dell’estate 2017: i quadretti Vichy, quelli della Bardot a Saint Tropez. Ho sempre pensato che le fantasie e le curve non fossero associabili nemmeno nello stesso pensiero, ma le sue foto mi hanno convinta: vado a comprare quel copricostume a quadretti che mi va bene solo in taglia L, ed è pure leggermente scampanato.
Le ragazze e le signore “tante” sono ovunque, come purtroppo sono ovunque quanti non perdono occasione di sfoderare stupidità assortite. Ricordate il trio delle tiratrici con l’arco arrivate quarte alle Olimpiadi di Rio? Più del risultato – il migliore di sempre, maschi compresi – tutti commentavano il fatto che fossero cicciottelle. Vanessa Incontrada è stata recentemente oggetto di scherno per aver indossato un abito troppo fasciante in TV. Ma Franca Sozzani, donna di intelligenza, potere e cultura, già nel 2011 aveva sposato la causa contro l’anoressia dedicando la copertina di giugno a tre modelle rotondette: il titolo era Belle Vere. Tanto basta.
Per fortuna si sono fatti passi avanti e qualche giorno fa girava in rete una foto di Ashley Graham taglia 52 , scelta per un servizio sul nuovo vintage must anni Novanta: il costume intero rosso sgambato di Bay Watch. Un costume che è più quello che lascia fuori di quello che copre.
Nel mezzo ci sono un’infinità di donne che non si lasciano etichettare ma amano le proprie forme senza voler lottare con diete e bilance, con rotolini e rotoloni. Che si piacciono così come sono, senza vergognarsi. Con un approccio positivo alla loro “apple shape”. E senza nemmeno il problema di dove trovare una varia scelta di abiti e accessori, una moda vera e non vestiti per donne grasse. Ormai anche alle settimane della Moda (a Milano come a New York) si vedono modelli e look costruiti per accompagnare – migliorandola – la figura, spuntano a ogni angolo testimonial curvy, le agenzie di modelle gestiscono la carriera di tante bellezze “piene”.
La nuova filosofia curvy è: non si possono sempre e solo indossare i leggings, meglio scegliere qualcosa di adatto che stia bene addosso. Gli stilisti e il mercato, che sanno quello che fanno, si sono adeguati. È meglio che inizi a farlo anche chi ha qualche pregiudizio.
L’estate è un buon periodo per ragionarci su perciò ogni volta che incontrerò sulla spiaggia un bikini plus size indossato con naturalezza penserò che- in quanto a autostima – chi lo porta sta di gran lunga più avanti di me, che non mi alzo dal lettino se prima non ho indossato il pareo per coprire i fianchi.