Torino non è una città grigia

È una città beige. Da leggere alla piemontese: “bès”.

Sfatiamo questo mito del grigio una volta per tutte perché è il  beige  che imperversa in tutte le vetrine e in tutte le stagioni, soprattutto in quelle mezze stagioni che sono sparite ovunque tranne dalle parti nostre, pare. Credo che alcuni marchi di abbigliamento abbiano delle linee appositamente create per il mercato torinese, fatte di capi soltanto beige, in tutte le possibili declinazioni: “Cinquanta sfumature di beige”.

Le madame torinesi – in linea con il mantra sabaudo doc dell’ “esageruma nen” (non esageriamo) – preferiscono da sempre il low profile e fin qui può anche andare: non è che possono essere sempre sulla breccia come le milanesi, eccessive come le romane o portare solo le gonne strette come le genovesi di Baccini. Però magari osare un po’…

Ce lo insegnano fin da piccole: compra un capo beige e hai fatto un investimento. Non passa mai di moda e lo metti con tutto, a una cosa beige puoi abbinare il nero, il blu e anche il maròn senza avere paura di sbagliare, come mettere i soldi sotto il materasso. Personalmente mi limito a un trench vintage dall’ effetto “ispettore Gadget” perché il beige sta bene alle bionde e alle more, quindi a me sta da cani.

Alcune commesse garantiscono che anche con il blu a Torino non si sbaglia mai, evvài.

Ma qualcosa sta cambiando:  sarà per via di tutti questi turisti che ci stanno rendendo una città cosmopolita e quindi cerchiamo di darci un’allure internazionale, ma  in qualche vetrina sta iniziando a comparire un timido accenno di colore, per esempio il rosa (wow!) o il verdino. In altre invece hanno deciso di strafare sul fronte opposto andando giù pesante con il colore,  come a voler far intendere che sotto l’uniformità del beige, le torinesi sanno anche osare. Se proprio sono in vena di  esagerazioni.

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