Il piano nel cassetto

In questo post non si parla di mensole e cassettiere da assemblare a colpi di brugola, ma di sogni e di quel “Piano B” che tutte custodiamo nel cassetto.

Una volta nei nostri cassetti, specie in quelli del comodino, ci tenevamo le confezioni di anticoncezionali, le lettere del perduto amore, gli orecchini spaiati, le immaginette religiose regalate dalle nonne, le rose rinsecchite, la crema da notte, i walkie talkie della Chicco per auscultare a distanza il tenero russare dei pargoli e molto altro che nemmeno più ricordiamo.

Avevamo anche una gran quantità di sogni, in quei cassetti: di gloria, di amore, di felicità. Sogni che il tempo e il destino hanno provveduto, diligentemente e sistematicamente a frantumarci sotto il naso solo per il gusto sadico di vederci ricominciare daccapo ogni volta a crearne di nuovi, a coccolarli, a farli crescere nonostante.

Il tempo e il destino, che essendo di genere maschile hanno modi rudi, non sanno trattare i sogni come dovrebbero essere trattati, cioè con mano gentile e leggerezza di spirito, e noi, che siamo figlie di Eva abituate a scontrarci con le difficoltà del mondo ma siamo anche nipoti di Penelope e abbiamo la sua santa pazienza, abbiamo dovuto abbozzare e tirare avanti.

Come i mali del mondo sono usciti dal vaso di Pandora lasciando sola, sul fondo, la Speranza, così i sogni di un tempo sono usciti dal cassetto lasciando sul fondo il nostro Piano B,  a cui ci possiamo finalmente dedicare con la fantasia dei vent’anni e il saper fare dei cinquanta. I risultati sono ottimi perché ci abbiamo ragionato talmente tanto, su questo benedetto “piano” che ormai chi lo sta già mettendo in pratica procede con determinazione, come se non ci fosse un domani. Forse proprio perché non siamo così sicure di quanto possa durare ancora, questo “domani”.

Ma nonostante il tempo e il destino, a quei sogni di un tempo non abbiamo mai rinunciato: abbiamo solo capito come fare a renderli realizzabili.

Perché, parafrasando il Bardo, “Il nostro piano B è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”.

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