Oggi primo giorno di Salone del Libro.
Questa mattina tutto l’apparato ufficiale con Presidente della Repubblica e pezzi stra-grossi, ma dal pomeriggio … non ci sono scuse.
Dopo tanti anni di Saloni del libro, la madama ha i suoi riti e i suoi “must”.
Trasporto. A Torino c’è una sola linea di Metro (i Milanesi sono autorizzati al coro di buuuuuhh!) e quella linea porta dritta dritta al Lingotto, quindi sarebbe un peccato non approfittarne. Perciò niente auto, altrimenti è un inferno garantito anche perché i parcheggi sono tutti a pagamento, molti pure sotto il sole tutto il giorno e se pensate di uscire alla chiusura potete fare notte perché escono anche tutti gli espositori.
Biglietto. La madama è diventata tecnologica e compra il biglietto on line. Francamente la coda alla biglietteria è una perdita di tempo e si rischia di arrivare in ritardo alla presentazione a cui si tiene tanto. C’è pure la formula abbonamento, così si può decidere di dividere sull’intera durata del Salone sia il piacere sia il peso dei libri acquistati da riportare a casa. E comunque, per una signora dai mille interessi, ogni giorno c’è qualcuno che merita ascoltare.
Scarpe. Da camminata comoda ma con un tocco glamour (non ho detto glitter: evitate le slip-on metallizzate di Zara e le pantofoline con paillettes della Ferragni) . Bene le sneakers classiche – che per le Madame Torinesi significano sempre e solo Hogan beige – mentre le ballerine rasoterra dopo quattro ore di camminata sul cemento dei padiglioni mettono a seria prova talloni e schiena. Tacchi ovviamente solo se si è abituate, ma in genere chi osa il tacco 12 poi non si muove dalle lounge con sedie e divanetti. Anche questa è una scelta.
Abbigliamento. L’alternanza di caldo torrido e correnti assassine è classica di tutte le Fiere del mondo. Non vestirsi troppo perché poi viene voglia di abbandonare il piumino sulla prima panchina. E non vestirsi troppo poco perché un diluvio all’uscita potrebbe cogliere impreparate.
Borsa. É il trionfo della bi- e anche tri-borsa. Ovviamente di tela, e ovviamente usata. Gran classico le Einaudi “Lèggere” ma anche quelle di Artissima o del Salone del Gusto. Purché si capisca che le avete usate tutto l’anno per portarci insalata e banane del mercato e adesso ci mettete gli Adelphi. Qualche casalinga veramente organizzata usa i trolley da spesa scozzesi. Personalmente aspetterei ancora qualche anno, per ora ce la faccio ancora senza ausili meccanici
La Stampa. Fondamentale per avere un riassunto di quello che succede e capire quali sono le tendenze che gli uffici stampa promuovono quest’anno. Poi quando siete lì vi prendete anche il programma e la piantina anche se gli stand storici sono sempre negli stessi posti e ogni anno ci si passa di default.
Salone off. Dài, Milanesi! Anche noi abbiamo i nostri fuorisaloncini ( dei fuori-tinello?) I must sono le feste per i ciofani. Non ci andiamo perché siamo fuori età e dopo una giornata di Salone siamo morte, ma fa figo sapere che ci sono.
Per ora basta così. Vado a prendere la Metro, direzione Lingotto.
per quanto riguarda la voce “scarpe”oggi avevi delle Diadora scamosciate blù molto trendy…
altro che “pirulini tarocchi”!!!Ma se dopo 28 anni non avessimo imparato a stare comode con stile che razza di MADame saremmo…
le madame al salone sono ovunque, con ogni foggia e altezza di scarpe. Quel che conta è la cultura