Saluti da….

Quando non esistevano telefonini, whatsapp, sms e twitter dai luoghi di vacanza si spedivano cartoline.

“Mandami una cartolina” era il ritornello dei nonni quando li si andava a salutare prima di partire per il mare, i monti, il viaggio-studio in Inghilterra o a zonzo con gli amici per l’Europa.

I primi giorni di vacanza erano vissuti nella spasmodica ricerca di un rivenditore di cartoline purchessia, per riuscire mantenere l’impegno preso.

Specialmente nei viaggi dei tempi dell’Università, quando ci si voleva togliere il pensiero al più presto e si recitava la parte della cittadina del mondo che si era lasciata casa e famiglia alle spalle per andare alla ricerca dell’avventura, la cartolina a casa era l’inequivocabile indizio che ti bollava come “brava ragazza”, cioè quello che esattamente eravamo perché a quei nonni eravamo affezionate e sapevamo di farli felici con un piccolo gesto di ricordo.

Quindi, senza farsi troppo notare dai compagni di viaggio, si sceglievano le vedute migliori e si scrivevano sempre le stesse cose, uguali per tutti, perché non si aveva tanta voglia di scrivere e perché va bene tutto ma se eravamo in vacanza da sole l’ultima cosa che volevamo raccontare a casa erano proprio i dettagli salienti. Ci si esprimeva con frasi tiepide e laconiche: “Qui tutto bene, spero anche voi”, “Il posto è bellissimo, ci stiamo divertendo un sacco”, “Un bacio, arrivederci a presto” con cui si metteva a tacere la coscienza per iniziare a godersi finalmente le vacanze da “bad girls”sui generis.

Poi, quando la vita fa il suo corso e ci si ritrova a dover sgomberare gli armadi e le cantine dei nonni che non ci sono più, prende un groppo alla gola trovare in fondo a un cassetto una scatola dove le nostre cartoline con frasi banali e sciatte sono state gelosamente conservate. A dividersi lo spazio del cuore  insieme a quella in bianco e nero del timido spasimante militare  “Gentile Signorina, mi permetto di scriverle queste poche righe dalla bella Trieste….” oppure del cugino emigrato a Buenos Aires che ha nostalgia di casa e chiede notizie dei parenti.

E finalmente capiamo che le vedute a colori di Vancouver, Bordighera, Londra, Atene, Pescara, New York, Lignano Sabbiadoro erano per loro un modo di  essere vicini alla nostra vita. Una curiosità discreta, quella dei nonni,  meno invadente di quello dei genitori, rompiballe per definizione.

A loro bastava sapere che eravamo in un bel posto, che ci stavamo divertendo e che, per il tempo dedicato a scegliere, scrivere e imbucare una cartolina, un po’ avevamo pensato anche a loro. Se poi avessimo voluto raccontare di più lo avremmo fatto al ritorno, a voce.

Ogni santa estate ho mandato cartoline a quattro nonni, una zia e due prozie e ora che anche mia madre – ammesso che senta la suoneria – è raggiungibile al cellulare, mi manca un po’ quel rito.

Perciò oggi ho comprato una bella cartolina e l’ho mandata alla mia amica, anche se quello che le ho scritto potevo tranquillamente comunicarglielo con what’s app.

Per un poco ho rivissuto il momento della cartolina ai nonni e mentre la imbucavo, sorridendo fra me e me ho rivolto loro il solito pensiero, con tenerezza: “ Qui tutto bene, ci stiamo divertendo un sacco”.

So che – come tanti anni fa e ovunque siano ora –  i nonni saranno contenti di avere mie notizie.

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2 Comments

  1. says: Raf Ge

    Conservo ancora in una bella scatola le cartoline che ricevevo dagli amici in giro per il mondo. L’altro giorno in una ridente cittadina ligure ho trovato originale che due adolescenti comprassero due cartoline….chissà forse anche loro avevano due nonni che attendevano notizie dai loro amati nipotini.

  2. says: la mo

    Avendo scelto la camera della mamma da destinare a b&b ad Alassio, qualche mese fa abbiamo dovuto “affrontare” la sua scrivania, che negli anni era rimasta intonsa quasi a negare la sua assenza. In quel momento di emozioni, un sorriso per una cartolina delle mie figlie indirizzata alla nonna e a caneLara…la nostra golden sua ospite al mare mentre noi eravamo in giro x il mondo….!!

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