Va bene, non ci sono più le mezze stagioni ma tutto ha un limite.
Stamattina ero alla ricerca di profumatori per l’ armadio perché mi sono decisa finalmente a fare il cambio stagione. In effetti ieri c’erano 25 gradi e mi maledivo perché con i jeans schiattavo dal caldo, ma tanto ormai è fatta: siamo a Ottobre e si deve procedere. In casa ho sparsi ovunque camicette smanicate, scialli con peonie e golf di cotone e dovrei passare in tintoria a ritirare le giacche leggere e i vestitini di seta, quindi ho pensato che era giunta l’ora di tirare fuori i maglioncini neri (di ogni forma e stile) e i cappotti.
In missione guardaroba sono salita all’apposito reparto casalinghi della Rinascente dove mi sono ritrovata in pieno Natale: lo spazio davanti alle casse è già totalmente occupato dalle decorazioni con i colori di tendenza. Non una o due pallette.. .proprio gli alberi completi di luminarie e neve finta. Ma si può? Fatico a capire (e condividere) le ragioni commerciali che stanno dietro a questo delirio. Siamo passate dai saldi estivi ai calendari dell’avvento senza nemmeno transitare dagli zainetti per la scuola e le zucche di Halloween, o sono io che non me ne sono accorta?!
A Torino siamo un po’ atipici nel senso che le luminarie natalizie le abbiamo fatte creare dagli artisti e per questa ragione è previsto da sempre il rito dell’accensione in concomitanza con la fiera dell’arte contemporanea, che cade la prima settimana di Novembre. Ma questo ha un senso, e infatti gli addetti dell’azienda elettrica in bilico sui cestelli ci stanno già sistemando nelle vie del centro alberelli, scie di luce, palle di plastica e figurine al neon. Ma non è che, per esempio, in giro sia pieno di turisti giapponesi che tra una visita al Museo Egizio e una scappata alla Reggia di Venaria non vedono l’ora di acquistare una palla di vetro sberluccicante (made in China) come souvenir di Torino! E ve lo dice una che ha passato ponti dell’Immacolata da Harrods a comprare ghirlande british da appendere alla porta quando ancora in Italia le prendevano per corone da morto e che ha fatto incetta di decorazioni natalizie shabby chic perfino all’Isola di Nantucket…ma mai, davvero mai prima che scattasse l’ora solare!
Non contenta ho voluto fare la controprova e sono andata da Eataly. Subito un sospiro di sollievo: di panettoni, che in genere stazionano a mucchi all’ingresso, nemmeno l’ombra. Ma appena girato l’angolo della cassa ecco un primo, timido accenno come a non volersi sbilanciare troppo ma allo stesso tempo far capire che anche loro sono “sul pezzo”: scatole di panettoncini e pandorini belli e invitanti, in offerta pre-Christmas, da aggiungere al cestello mentre si esce, come insegnano tutti i manuali di marketing.
E anche Zara Home, che su un banco sta ancora facendo i saldi delle lenzuola a fiori della passata stagione , su quello a fianco esibisce candele e portacandele, alberelli, scritte natalizie, tovaglie e pantofole “idea regalo” . La musica di sottofondo è ancora quella dei tempi normali, ma di sicuro a brevissimo correranno ai ripari con la compilation Merry Christmas versione jazz-swing-lounge.
Fortunatamente il tabaccaio non ha ancora tirato fuori i cartoncini Buonnataleefeliceannonuovo ma a questo punto temo che in settimana mi arriverà il Whatsapp di qualche amica con il solito video con la renna scema o con i California Dream Men in versione Babbo Natale con tutti gli addobbi “a vista”.
Dato che con questo andazzo entro un mese tutte quante non ne potremo più di atmosfere natalizie, signore mie considerate pure questo come il post di Natale, io non ne scrivo un altro.
E adesso vado a ritirare negli scatoloni i parei e le infradito.