Marion Cotillard mi assomiglia. E anche un po’ Gwyneth Paltrow

Oggi sono particolarmente di buon umore perché mia figlia mi ha detto che ieri ero ben truccata. E tra tutte le soddisfazioni della giornata –  ospite al TG regionale nel pomeriggio e in serata al Circolo dei Lettori di Torino per promuovere “Giro vita”, il  fondamentale testo sulla mezza età – aver scoperto che ero riuscita a stemperare bene il fondotinta (io ne uso uno che si chiama Miracle, tanto per andare sul sicuro) e a fare una riga sulle palpebre non troppo spessa, non troppo sottile e non troppo storta, è stato veramente il massimo, naturalmente anche perché come tutte sappiamo, un apprezzamento dei figli  vale sempre doppio, soprattutto nelle questioni di stile.

Ed è con questa meravigliosa disposizione d’animo che questa mattina mi son imbattuta nella copertina di Vanity Fair.  Titolo “Marion Cotillard assomiglia a voi”, a dire il vero con un onesto asterisco che rimandava sia all’età (41 anni!) sia all’Oscar e al presunto flirt con Brad Pitt, due eventi che credo differenzino Marion dal resto del mondo (non si conoscono altre vincitrici di Oscar che abbiano avuto liaison con Brad Pitt, nemmeno presunte).

Non volendo fermarmi alle prime impressioni ho deciso di affrontare l’articolo dove ho scoperto che le cose che potrebbero farmi assomigliare alla Cotillard sarebbero (il condizionale è d’obbligo) sostanzialmente queste : a) cucinare il topinanbur e altre verdure rigorosamente di stagione b) fare la spesa biologica c) postare su instagram delle foto in cui è sorpresa in situazioni imbarazzanti, che per lei sono:  avere un calzino solo ma tutto il resto di Dior o dormire in treno con la bocca aperta ma senza sbavare sul rossetto.  Tutto il resto della sua vita sta alla mia  come il Nobel a Bob Dylan.

Lascio perdere Instagram per ragioni di decenza ma decido di immedesimarmi nel personaggio e vado al mercato a fare incetta di verdure che non so quanto siano biologiche nella sostanza ma di sicuro lo sono nel prezzo visto che, con il problema delle gelate in tutta Italia, cinque carciofi vengono via a 2 Euro e 80. La signora Cotillard a Parigi ha il problema che le vogliono  rifilare pere argentine(orrore!), mentre io ai banchi dei contadini riesco a trovare delle meravigliose pere Madernassa da mangiare cotte, arrivate direttamente dal Roero (60 km da Torino). Mi sa che al mercato di Piazza Madama siamo più bio.

Per continuare in questa mia “Cotillardata” salutista mi esibisco in una zuppa detox che consiste nel mettere in pentola verdure a muzzo, abbinate seguendo il vago ricordo di una ricetta in cui mi sono  imbattuta su Facebook qualche giorno fa (io le ricette non le cerco, sono loro che trovano me). Purtroppo mi manca un ingrediente fondamentale – la patata che “lega” – e ormai immedesimata nel ruolo dell’attrice famosa, infilo il cappotto su jeans e felpaccia da casa e senza trucco né orecchini (scusami mamma, lo so che non si fa, che chissà chi potrei incontrare ecc. ecc…) scendo al supermercato all’angolo. Esattamente come una qualunque star paparazzata su Chi o Buccia di Banana mentre spinge il carrello in un negozio di alimentari a Londra o Los Angeles.
Gwyneth Paltrow in questi casi  indossa gli Hugg, ma io mi devo accontentare dello stivaletto australiano,perciò devo ricordarmi di chiedere  a mia figlia se ne ha un vecchio paio da regalarmi. Il giudice in pensione che sta facendo fare il giretto ai cani e il barista all’angolo mi guardano un po’ imbarazzati, ma tiro dritta…

Mentre la zuppona bio bolle sul fuoco come il pentolone di Maga Magò finisco di leggere l’articolo e scopro definitivamente che tra me e Marion non c’è veramente nessuna somiglianza. Ma non importa, è stata una bella mattinata di cazzeggio salutista: adesso ho una tonnellata di minestra detox stipata nel freezer e mi sono sentita un’attrice da oscar per una mattina intera.
Ma la Marion, i topinambur li avrà mai provati nella bagna caoda, come si usa qui da noi?

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16 Comments

  1. says: Gabriella

    uhm… non ho mai visto nessuno che mi somigli meno della Cotillard. Ma magari mi sbaglio… Quindi se Brad Pitt volesse venire da queste parti per verificare di persona, il mio cell è 335646…

    P.S. OK, mi hai convinta, comprerò il tuo libro. A patto, però, che dentro ci sia la spiegazione di come tornare a un giro-vita da taglia 42 max 44

          1. says: Gabriella

            eeeeehhhhh, cara Francesca, mi permetto di dissentire… Il bisogno di conferme non dipende dall’anagrafe, purtroppo. Soprattutto quando mancano i dati di fatto!

  2. says: Maria la cuneese

    Fortunatamente abito a Cuneo e abbiamo tutto a km zero…. ed ho il mio spacciatore di frutta verdura e tartufi di fiducia …. vai di zuppe … e bagna cauda oltre che polenta …. qui siamo sotto zero … spero di trovare il tuo libro qui in provincia e magari vieni a fare una presentazione …. complimenti per il blog

      1. says: Gabriella

        una presentazione a Milano non è prevista? Io ormai vivo all’ombra della “madunina” da 30 anni 🙁 ma rimango sempre madamin inside

        1. says: Gabriella

          Ci siamo scambiate la regione, Maria! 😉
          Io non ho dubbi, sono rimasta piemontese nonostante il trentennio milanese. Mi spiace solo di aver preso l’accento meneghino, ma appena parlo con un piemontese riprendo al volo quello natio.

          Dai, Francy, ti aspetto, fammi sapere!!!
          Intanto a spizzichi e bocconi curioso nel tuo blog, che mi piace un casino (altra espressione rivelatrice dell’età), e ci trovo tanto di me. Se non fossero post ampiamente superati (solo come data, non certo come contenuti) li commenterei tutti…

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