Livia: Lo sai che sei uno stronzo?
Montalbano: Vagamente
(Una faccenda delicata – RAI1, 29 Febbraio 2016)
Il subdolo stronzo seriale è sempre vagamente stronzo e vagamente conscio di esserlo.
Questa caratteristica di vaghezza lo colloca in una zona franca tra l’essere un gran pezzo di merda (tipo il Bastardo) e un normale rappresentante del sesso maschile, quello spazio indefinibile e indefinito dove almeno dieci volte al giorno devi decidere se perdonarlo ancora una volta o mandarlo affanculo. E ogni volta fai la scelta sbagliata.
Non è mai completamente stronzo (lo è solo “vagamente”), ma nemmeno completamente sincero. Non è mai colpa sua, lo disegnano così.
La sua visione del mondo ha quell’angolazione inaspettata che fa volgere le situazioni sempre a suo vantaggio. È un affabulatore che uccide con ragionamenti perfettamente logici alla fine dei quali puoi anche avere un quoziente intellettivo da Nobel e averlo sorpreso con la tua migliore amica ma riuscirà a convincerti che la colpa è solo e soltanto di lei, che è un po’ zoccola.
Qualsiasi minima attenzione viene fatta percepire come una concessione enorme perchè lui è esperto mondiale di giramento di frittate, recordman di nascondino psicologico, campione di “chi, io?”, paladino di paraculismo, suscitatore di sentimenti a fondo perduto senza nessun corrispettivo che abbia consistenza maggiore di un pugno di mosche.
E si permette anche di ammettere che si, forse, “vagamente” un po’ stronzo lo è ma in fondo, secondo il suo stronzo-pensiero, gli sembrava di aver capito che a te andasse bene così e comunque non è il caso di fare tutte queste storie.
Non è narciso come il Bastardo, che infierisce per il gusto di primeggiare, lo stronzo minimizza con il solo scopo di farla franca.
Si può sperare di annientarlo soltanto con il basso profilo.
Smettere di voler fare quella che capisce, quella con cui si può parlare, quella aperta e comprensiva. Occorre assumere l’atteggiamento basico della donna dell’età della pietra, strategia detta anche “Wilma, dammi la clava”.
Ecco gli step principali:
1.Capire se veramente volete liberarvene. Spesso non si è mai troppo convinte, ma a volte si capisce che è giunto il momento e allora bisogna agire, senza se e senza ma. La maturità si raggiunge con la consapevolezza di quello che ci fa stare bene e l’abbandono di quello che ci è nocivo.
2.Procurarsi un alternativa. Date finalmente corda al barista che vi corteggia, iscrivetevi al Rotary, prenotate un viaggio in Cina purché sia qualcosa di nuovo che vi costringa a concentrarvi su qualcosa che non sia lui.
3. Scegliere un momento topico. Una finale di Champions o dei Mondiali va benissimo. Dato che fra tre giorni potrebbe avervi dimenticata almeno gli ritornerete in mente ogni volta che si parlerà di quella partita.
4. Evitare sms, whatsapp e mail a meno che non siate in grado di trasmettere il gelo assoluto con le parole. Sono soluzioni che funzionano bene solo se avete frequentato il corso di storytelling e bacioperuginismo alla scuola Holden o se avevate la media dell’8 in italiano scritto al liceo . E poi ricordatevi che scripta manent e in caso di pentimento ve la farebbe scontare per il resto dei vostri giorni.
5. Il telefono è rischioso. Il vagamente stronzo potrebbe fare vagamente finta di non aver sentito o addirittura di non aver ricevuto la telefonata con nessun risultato al vostro attivo e un crollo verticale dell’autostima (“ecco, non sono nemmeno capace di piantarlo”) di cui lo stronzo – che invece aveva sentito benissimo- saprà approfittare abbondantemente.
6.Per il face to face bisogna curare i costumi e la sceneggiatura. Vestitevi con quello che vi sta meglio (ogni donna sa cos’è), ma senza esagerare e provate davanti allo specchio, ma non troppo. Il consiglio è di farsi montare dentro una sana incazzatura, che aggiunge pathos alla scena e vi dà un piglio più deciso. Per esempio pensate a quella volta che lui con la vostra amica…
Attendere l’intervallo tra il primo e il secondo tempo della partita. Se la sta vedendo con gli amici aspettare quando va in bagno o in cucina.
Posizionarsi tra lo stronzo e la porta.
Inspirare.
Dire tutto d’un fiato “volevodirichetilascioenoncercarmipiùperchènonèilcaso” .
Bum! Giù di clava senza pietà: Wilma delle caverne non usava tanti ghirigori retorici.
Girare sui tacchi e uscire. Schiena dritta e nonchalanche.
Non tornare mai più, non telefonare mai più, non rispondere mai più.
Cambiate lo status su Facebook se proprio volete fare le precisine, oppure lasciate per un po’ “impegnata”. Si chiederà se lui contava così poco per voi che la cosa vi è indifferente oppure se ne avete già trovato un altro.
Certo, avete fatto la figura della stronza.
Ma se lo meritava, e lo sapeva. E nemmeno troppo vagamente.
“Montalbano” 14ª Serie, foto di Fabrizio Di Giulio