C’è chi il Festival lo ama (oddio, “ama”…), c’è chi il Festival lo odia, c’è chi usa il Festival per avere qualcosa da snobbare (“ma davverooo? Non sapevo nemmeno che ci fosse!”), c’è chi “fa finta di” in attesa di capire se il trash è cool oppure no (e anche di capire il reale significato di “trash” e “cool”).
Ci sono i negativi a prescindere e i sostenitori preparatissimi (“il brano di tizio sembra quello di caio dell’anno scorso”), quelli che rimpiangono (c’è sempre un’edizione precedente, un conduttore precedente, un ospite precedente da rimpiangere. Come gli amori di quando eravamo giovani. Ma perché eravamo più giovani, non perché fossero migliori) e quelli che adorano il maestro Peppe Vessicchio per la sua immutabilità nei secoli. Ma anche quelli che badano al sodo (“a quei tre danno un sacco di soldi“) e quelli che quest’anno hanno un argomento in più (“non è Festival di Sanremo senza fiori sul palco, signora mia”).
Ci sono i seguaci vecchio stile, come ai tempi del Musichiere (“stasera tutti da Pino a vedere il Festival! Chi porta l’insalata russa?”) e quelli che hanno il gruppo di ascolto su Facebook con regole dettate dalla buona educazione (“scusate, si è fatto tardi. Io vado a dormire, grazie a tutti della compagnia” e giù faccine).
Fortunatamente il Festival viene già fornito con il kit di scuse immutabili (“guardo i vestiti”, “stavo zappando”, “ci sono capitato per caso durante la maratona CSI”, “sugli altri canali non c’è niente”) così, nel caso si venisse scoperti per un commento dal sen fuggito mentre si è in coda dal panettiere non si fa la fatica di inventarsene di nuove.
Personalmente apprezzo i “tiepidi”, che non fanno proclami ma poi si scopre che sono doverosamente informati sui fatti perché i giornali li leggono, anche se delle pagine dello spettacolo pop scorrono soltanto i titoli. Perché queste cinque serate di Febbraio sono un pezzo della nostra storia, fatta di “alti” e di “bassi” . Ma se Sanremo è “basso”, a che livello mettereste la campagna elettorale con i relativi commenti ad minchiam ?
E comunque dare una sbirciata a Pierfrancesco Favino che rappa il 5 maggio (anche se pochi avranno riconosciuto i versi) e balla Despacito vale il prezzo del biglietto e se siete di quelli che “io il festival percaritàdiddio!”, andatevelo a vedere su You Tube. Nessuno lo verrà a sapere.
Perché non guardarlo dico io? Perché “normalmente”e’ melodrammatico, perché “usually” e’trash, perche’ e’ troooppo popolare ??? Quest’anno nulla di questo e’ sul palco : vi ho visto passeggiare buona musica, abiti di gusto, conduttori bravissimi agili e “snelli”che dopoquasi quattro ore ci han fatto dire alla fine magari guardo un po’ di dopo Festival… Si io lo guardo: spengo il telefonino, acchiappo il gatto che e’ anche lui e’ melomane e copertina … inizia l’ultima sera !!! Favino dove sei????
Si guarda Sanremo (e Favino) senza se e senza ma!