Tante note, tante storie

Se pensate che tra le attività che si possano fare in una piazza ascoltare musica classica non sia tra queste perchè preferite un’acustica perfetta, poltrone comode e un tetto che vi ripari in caso di pioggia e di invasione di zanzare,  il festival Mozart di Torino non fa per voi.

Se invece decidete che volete passare una serata in centro, ascoltando musica in una cornice meravigliosa anche se proprio non sentite benissimo perchè magari l’unico spazio che riuscite a trovare è vicino al dehor di un bar in cui i camerieri continuano a fare il loro lavoro, questo è proprio il vostro posto.

E può anche capitare che dopo un po’ che siete lì  vi rendiate conto che il bello sta proprio nel non essere in una sala dove tutti restano compitamente seduti ai loro posti numerati, perchè intorno, nella piazza strapiena di qualche migliaio di persone,  succedono delle cose, accadono delle storie. E  Mozart – suo malgrado o forse come avrebbe voluto –  diventa pretesto e colonna sonora.

La storia di quattro amiche che –  dopo  il precedente concerto ascoltato tutto in piedi appoggiate alle colonne dei portici perchè le  tante sedie rosse fornite dal comune erano state tutte occupate fin dall’ora dell’aperitivo –  hanno deciso di attrezzarsi con seggioline pieghevoli, si sono sistemate in un buon posto, il più vicino possibile al palco e in posizione strategica per una eventuale fuga al riparo in caso di pioggia, e da lì ascoltano composte, come  quando vanno all’Auditorium con l’abbonamento.

La storia della signora anziana, venuta in centro con il tram numero quattro insieme alla  badante a cui promette di raccontare, una volta tornata a casa, la trama del Don Giovanni “che è proprio tanto bella, vedrai che ti piace”, perchè quella che rappresentano stasera è una riduzione e se sei una badante rumena che non ha proprio la passione per l’opera lirica è un po’ complicata da capire .

La storia di una ragazza dal lungo vestito azzurro e del suo fidanzato, che sono restati  in piedi per tutta la sera, lui che le stringeva le spalle e lei che si muoveva con grazia seguendo la musica, facendo ondeggiare la gonna leggera e girandosi ogni tanto per un bacio a fior di labbra, di quelli che si portano appresso solo gioventù e promesse, incuranti del mondo intero. Come se in quella piazza, con così tanta gente e così tante note ci fossero solo loro due. E Mozart.

 

 

 

 

 

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5 Comments

  1. says: Robi

    E chi dopo aver ascoltato in piedi neanche appoggiata alla colonna e non attrezzata di seggiolina si è stravaccata direttamente sul ciotolo ….. però gustandosi un bel gelato !!!!

  2. says: Dicci

    Brava Franci,e ieri sera,nonostante non ci fossero proprio esattamente le “due gocce” è stato bellissimo…Del resto questi concerti in piazza sono un po’come la storia del lupo ,la capra ed i cavoli…se non piove fa caldo(del resto siamo in piena estate)e ci sono le zanzare ,se piove non fa caldo ,non ci sono le zanzare ma gli ombrelli dei vicini sgocciolano da tutte le parti…La “nonnina del tram numero 4” avrebbe molte cose da insegnare !! (p.s. e il Don Giovanni lo sapeva raccontare proprio bene…)

  3. says: cri

    bravissima Franci, avrei scritto le stesse cose …. se sapessi scrivere come te… e i due ragazzi …
    ero incantata nel guardarli.. cosi belli cosi teneri cosi innamorati.. che meraviglia di serata.

  4. says: Puny

    Io sono felice di vivere in mezzo al
    Verde nelle ns meravigliose colline… Ma questa condizione porta ad una sorta di pigrizia tale per cui lo scendere a Torino dopo una giornata di lavoro ti sembra una barriera invalicabile.. Sono le uniche situazioni in cui invidio chi abita in centro… Comunque sei riuscita a trasmettermi lo stesso magnifiche emozioni…

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