Viviana è una signora molto conosciuta, a Finale Ligure: la sua famiglia gestisce uno dei Bagni più famosi, ha un marito, due figli grandi e da qualche mese la si incontra spesso in giro a spingere un passeggino verde su cui dorme beata una bambinetta nera che più nera non si può, con i capelli crespi e il vestitino leggero.
Qualcuno in cerca di notizie straordinarie ha pensato si trattasse di una figlia adottiva, ma la storia non è proprio così….
Tutto è iniziato qualche mese fa, a marzo, quando in Liguria i turisti sono ancora rari, le seconde case dei torinesi e dei milanesi chiuse almeno fino a Pasqua e gli stranieri ancora sulle piste da sci.
Giorgia è una bella senegalese di circa venticinque anni. Ogni giorno arriva a Finale con il treno da Genova, dove vive. Una breve tappa in un bar sul lungomare – un luogo poco raccomandabile che lei usa come deposito per le sue mercanzie – e poi raggiunge il suo “posto” tra palme e aiuole dove fa le treccine e vende collane e braccialetti che vengono dal suo Paese.
Non arriva da sola, però. Con lei c’è Fatima, nata da pochi mesi all’ospedale Galliera. Il padre è ritornato in Senegal e non se ne hanno notizie, ma nonostante questo Giorgia non ne parla male. Lei va avanti, vuole fare il suo lavoro che è quello di vendere sul lungomare, riuscire a mandare qualche soldo a casa e forse, un giorno, ritornarci. E lo fa con la sua bambina al collo.
E proprio qui su uno di questi muretti della passeggiata che Viviana la vede per la prima volta e capisce che, forse, ci vorrebbe almeno un passeggino . Lei e Giorgia diventano amiche, Fatima viene sistemata nel passeggino verde nuovo nuovo, dove non ha nessuna voglia di stare, abituata com’è a sentire la sua mamma vicina, ma a poco a poco si abitua.
Sta arrivando l’estate, gli stabilimenti iniziano a aprire i battenti, con il caldo e il sole la gente si trasferisce dallo struscio sulla passeggiata alla riva del mare. Viviana, un po’ mamma, un po’ nonna e un po’ manager che conosce bene la clientela dei vacanzieri, suggerisce a Giorgia di spostarsi sulla spiaggia per aumentare il giro di affari, alla bambina ci potrà pensare lei, in fondo i suoi figli sono già grandi, non hanno più bisogno.
Ogni mattina Giorgia e Viviana si incontrano al solito posto. La senegalese alta e nera inizia la sua giornata di lavoro tra gli ombrelloni e Viviana si occupa di Fatima: la fa mangiare, la porta a spasso all’ombra delle palme e – nei giorni in cui il caldo è insopportabile – anche a casa di sua mamma, che abita a pochi passi, fino alla sera, quando la riporta al treno per Genova. Nel bar malfamato qualche ladruncolo ruba la merce di Giorgia e allora Viviana organizza una colletta tra i bagnanti per permetterle di farsi mandare dal Senegal nuove collane e nuovi bracciali.
Giorgia dice che a Genova c’è un’ altra signora – una dottoressa – che le da una mano. Lei vuole solo lavorare ed è per questo che si arrabbia quando qualcuno le offre dei soldi senza acquistare niente, mentre Viviana le spiega che anche quegli euro lì fanno comodo, quando si ha bisogno di un sacco di cose. La stagione è agli inizi e forse, se metterà abbastanza soldi da parte, Giorgia tornerà a casa, per far conoscere la sua bambina al padre che non l’ha mai vista.
Nel frattempo Viviana e Fatima, inseparabili, sono diventate famose in tutta la città, le foto su Facebook iniziano a girare. Quando arriva la signora bionda con il passeggino verde tutti si fermano a scambiare due parole, a salutare, a scherzare con Fatima, che sgrana i grandi occhi scuri e sorride felice, inconsapevole legame tra due vite – quella di Giorgia e quella di Viviana – che, per un’ estate, si sono incrociate sotto le grandi palme della passeggiata di Finale Ligure.
una storia molto toccante, mi è venuto il magone….brava Vivisna, un umanità rara e invidiabile, è bello sapere che ci sono ancora persone che nn hanno mille pregiudizi verso queste persone in difficoltà!un esempio da seguire!!!!