“Cosa vuoi per Natale?”
“Allora: voglio la pace nel mondo, un Paese più ricco, debellare la mafia, che mi spariscano le rughe, che la smetta di piovere e inizi a nevicare come dovrebbe fare a Dicembre, che la Juve vinca la Champions, un diamante da tre carati emmezzo impacchettato dentro a una Kelly, perdere cinque chili solo pensandolo, vincere la maratona di New York. Contenti?”
“Eh, ma non si può….”
“E allora cosa lo chiedete a fare???”
Tutti pensano che a Natale la cosa difficile sia farsi venire in mente cosa regalare agli altri. Mica vero: per me, ad esempio, la fatica più improba di ogni anno è scegliere cosa mia madre deve regalare a ME.
Sono una lettrice onnivora e accanita e spendo un sacco di soldi in libri così, quando maman mi chiede cosa voglio per Natale, io le chiedo libri. La risposta è sempre – e quando dico sempre intendo da quando ho smesso di credere a Gesù Bambino e Babbo Natale (circa 1970, all’ epoca eravamo più ingenui e si arrivava almeno ai 10 anni) – “Ah,no, quelli no. Te li compri già tu”.
E dire che nel frattempo hanno anche inventato i buoni regalo da Feltrinelli, perciò non rischia nemmeno di dover comprare un libro che magari ho già letto. Dài mamma, aprimi il “conto libri”: io lo amministro oculatamente per tutto l’anno e siamo contente tutte e due.
Invece NO.
Perché regalare un buono è come regalare soldi – che non è chic – quindi preferisce farmi “un pensiero”.
“E allora fallo, ‘sto pensiero, e fatti venire in mente tu cosa regalarmi!”
“No, no. Dì tu, ché poi non ti va bene niente”
E allora devo inventarmi qualcosa.
Che però deve rientrare nel budget che ha in mente lei.
E che non mi dice, ma devo indovinarlo.
Se è una cosa troppo cara mi guarda scandalizzata.
Se invece è una cosa che lei ritiene troppo modesta fa la boccuccia storta e un po’ schifata.
Un anno, presa dalla disperazione dopo venti giorni di questo tiraemolla, mi sono fatta regalare una costosissima camicia che mi piaceva così così e che mi stava pure male. Poi mi è un po’ dispiaciuto averle forzato la mano, ma tanto con lei è solo una gara a chi molla prima. (Per la cronaca, quella camicia alla mia portinaia invece sta benissimo).
Non è una richiesta, la sua: è un quiz a premi. Se le do la risposta giusta vinco il regalo di Natale, e se non rispondo entro un adeguato lasso di tempo si arrabbia pure. Fa parte del suo sistema educativo: mai dare niente per scontato e le cose vanno meritate, sempre.
Un semplice concetto che, una volta assimilato, può essere molto utile nella vita.
Anzi, adesso che ci penso forse il suo regalo di Natale è sempre stato questo, i pacchetti erano solo per fare scena.
Però Mamma, visto che dopo tutti questi anni forse l’ho capito, non credi che sarebbe il caso di smettere? Dà retta a me: fai un salto in Feltrinelli così quest’anno mi regali qualcosa di diverso.