Signore di lotta e di governo, ma sempre beneducate

Nemmeno le signore potevano restare indifferenti a una campagna elettorale che si è protratta per mesi e mesi e mesi. Perciò, unendo l’idealismo che riservano alle cause migliori e il pragmatismo che hanno eletto a visione del mondo, molte si sono date da fare, su tutti i fronti e a tutti i livelli di questo rito collettivo.

Tra il pensiero ricorrente del “ma chi me lo fa fare” e l’entusiasmo che sempre ci prende quando ci sentiamo (ancora) utili a qualcuno o qualcosa, hanno fatto la loro parte, uscendo dall’invisibilità del privato, mettendo le loro facce rassicuranti di donne di esperienza, mamme e talvolta nonne al servizio di una causa. 

Ogni partito, fronte, schieramento ha avuto fra le sue fila candidate, supporter, volontarie oltre la mezza età. Le pagine Facebook hanno proposto ogni giorno di questa interminabile sfida, immagini di signore in felpa di lotta o in cappottino di governo che stringevano mani, presidiavano gazebi, sostenevano programmi e candidati o si candidavano loro stesse.

A giochi fatti e urne chiuse son ormai tre giorni che con lo stile beneducato un po’ d’antan ringraziano chi ha aiutato a vincere e anche chi ha votato per chi non ce l’ha fatta.

E se un po’ di buona educazione è entrata in questo baillamme elettorale è anche grazie alle signore che ricordando le lotte di un tempo si sono di nuovo messe in gioco perché non hanno mai dimenticato che il personale è politico. 

Foto da FaceBook

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