Nei giorni scorsi, mentre a Torino facevamo lo slalom al Salone del Gusto alla ricerca del tarallo perfetto, della toma di pecora dell’Alta Langa o del brasato di coniglio in salsa d’agave, a Milano si districavano tra sfilate e appuntamenti imperdibili della Settimana della Moda, tra crocifissi, maniche ad ananas, stile tropical, alamari, piume, dettagli hippy, gipsy e rococò. E in passerella pure Lauren Hutton, di anni 72.
A loro i profumi degli stilisti, a noi quello del cioccolato, del caffè e dello zafferano. Ma oltre le passerelle, le feste, le vie di Brera addobbate con figurine di scarpe, borsette e mannequin sostenute da aerei fili, qual è l’eleganza delle sciure milanesi? Quella della normalità, ovvio. Perché se nemmeno noi madame torinesi, conterranee di Farinetti Oscar e Petrini Carlo, ci cibiamo di presidi slowfood per 365 giorni l’anno e ogni tanto ci abbuffiamo di patatine fritte, anche loro non è che vadano in giro sempre conciate come delle fashion bogger, soprattutto quando l’età non è più quella.
Luisella Molina, amica cronista dal “Pianeta Sciure” ce lo racconta così, lo chic delle milanesi:
Milano, la creatività, le tendenze, la moda… ma quanto influisce tutto ciò sulle mise della vera Sciura?
Per chi non è del mestiere, il mondo dell’alta moda si muove in città tutto sommato discretamente, ma ci sono dei momenti in cui il tutto piomba prepotentemente nella nostra vita, ossia quando la città si blocca per via delle sfilate!
Frotte di auto di lusso con vetri oscurati (e autisti, che come per l’abbinamento borsa/scarpe, hanno sempre l’occhiale da sole con lenti assolutamente identiche ai vetri delle vetture che conducono) si coagulano in ammassi informi di vetture parcheggiate nei luoghi e nei modi più impensabili, bloccando la circolazione e mettendo i ghisa in estrema difficoltà (il proverbiale caos napoletano sfigura, a confronto). Quando te ne rendi conto pensi: “e se scendo, faccio un pezzo a piedi e prendo l’altro tram?” Il tempo di realizzare il pensiero, prendi l’altro tram e zacchete… le frotte si sono già spostate compatte in modo da bloccare l’altro tram… a Milano si corre sempre, ma la repentinità di questi spostamenti, ritmata dai 15 minuti di durata delle sfilate, è sbalorditiva!
E cosa rimane alle Sciure di tutto questo fervore automobilistico, creativo e commerciale? Direi proprio poco… la vera Sciura non insegue la moda: ha uno stile assolutamente personale, spesso gestito da una geniale sarta di fiducia, capace di adattare i capi “che non tramontano mai” a (quasi) tutte le variazioni di taglia. Una persona che se ne intende mi ha fatto riflettere su come le milanesi si siano sempre distinte per la sobrietà: una Sciura deve essere “un punto grigio su una parete grigia” mi disse “con un unico tocco, magari eccentrico, che la illumina”.
Una delle Sciure più chic ed eleganti che abbia mai ammirato, in barba a qualsiasi moda e tendenza possibile, è una stupenda ragazza di ieri. La incontro spesso e sfoggia abitualmente mise meravigliose di un autentico guardaroba vintage, evidentemente costruito con gusto e raffinatezza negli anni, dove deliziosi tailleurini anni Settanta hanno la pole position. Una volta l’ho incontrata alla prima di un’opera lirica in piena estate. Lei stupenda come sempre, alta e con il suo bel portamento, indossava un elegantissimo abito da sera in crepe georgette di seta color blu fiordaliso, con corpino aderente e gonna ampia e svolazzante. Le feci i miei complimenti e mi disse: “sai sono così orgogliosa: entro ancora in questo vestito che la mia mamma era solita indossare, prima che nascessi, per andare a teatro negli anni Trenta”. L’ho trovata meravigliosa e, che dire,… se non è questa la vera eleganza!
P.S. (della Madama) A Torino nessuna indosserebbe un abito blu fiordaliso, correndo l’esagerato rischio di farsi notare. Certo che queste Milanesi sono proprio tanto eccentriche!!!