Outlet sabaudian style

Outlet: luogo a qualche chilometro dal centro città dove è possibile acquistare abiti e accessori dei marchi più prestigiosi a prezzi decisamente convenienti. Altrimenti perché fare tanta strada per comprare capi che, se ci accontentiamo di quelli non proprio appena usciti dalle passerelle, potremmo trovare anche vicino a casa?

In questi giorni sotto la Mole si fa un gran parlare di Outlet perché ne hanno appena inaugurato uno a Settimo Torinese, la cittadina alle porte di Torino che qualche mese fa è stata fra le finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2018 ma è stata sconfitta da Palermo. Come spesso succede, e le signore lo sanno perfettamente, non c’ è niente di meglio dello shopping per superare una grande delusione, perciò a Settimo hanno deciso di bandire la malinconia con un outlet di 20.000 metri quadri che raduna 90 negozi prestigiosi ed è sormontato da un obelisco di 85 metri. L’entità dello shopping è sempre direttamente proporzionale alla profondità della frustrazione.

Le madame torinesi più inclini a dimostrare entusiasmo per le novità (si stenta a crederlo ma ce ne sono) hanno già fatto un giretto esplorativo, mentre le altre, secondo quanto prevedono gli usi e i costumi locali, elaboreranno nelle prossime settimane un generico e cauto parere di solito leggermente tendente al negativo ma che saranno pronte a rivedere al rialzo nel caso di acquisto veramente conveniente effettuato da qualche amica / conoscente / figlia/o. Staremo a vedere: da queste parti abbiamo tempi lunghi e reazioni tiepide.

E si che abbiamo avuto anche noi le nostre esperienze di outlet in città iniziate negli anni Ottanta, quando acquistavamo le “primette” allo spaccio aziendale della Robe di Kappa mentre a quello del Gruppo Finanziario Tessile ci si andava per gli abitini da sera di Ungaro e le giacche Armani a prezzo stracciato e con l’etichetta rigorosamente tagliata. Ma in fondo questo non è mai stato un problema per donne che, vittime di una esagerata propensione al low profile, staccano l’etichetta anche dai capi di stagione comprati in boutique a prezzo pieno soltanto perché non si dica in giro che amano ostentare.

In quegli anni chi aveva il tempo di fare un gita sulle prealpi biellesi o dei parenti da visitare in zona Langhe faceva una puntatina da Zegna, Cerruti o Miroglio dove qualcosa si trovava sempre e dato che a casa nostra dobbiamo “tenere la parte” ma appena usciamo dai confini geografici e mentali della sabauditudine siamo uguali a tutte le altre, molte si sono spinte fino a Montevarchi per contendere ai giapponesi le borsette di Prada, nelle Marche per l’ennesimo paio di Hogan o addirittura a Serravalle con il bus navetta, ma solo “per vedere com’è”…

Adesso l’outlet ce lo abbiamo a un quarto d’ora dal centro . Ed è anche facile da raggiungere: sempre dritto fino alla sfinge di Auchan, un pregevole manufatto tardo egizio del periodo Olimpico del 2006 d.c. posto sulla rotatoria all’imbocco dell’autostrada Torino-Milano, poi si gira a destra e si prosegue verso l’obelisco di Outlet che è impossibile non vedere anche se c’è nebbia (e i soliti patiti di triangolazioni esoteriche forse in questo vedranno auspici favorevoli). Bon, siete arrivate.

Io sono andata all’inaugurazione e tra un bicchiere e l’altro di bollicine non mi sono trattenuta e ho fatto acquisti molto soddisfacenti. Ma sono curiosa di conoscere i vostri pareri, signore mie. Perché so che, prima o poi, ci andrete tutte.

Anche soltanto per “vedere com’è”…

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2 Comments

  1. says: Gabriella

    “da queste parti abbiamo tempi lunghi e reazioni tiepide”

    ah ah ah!!!, mi hai fatto morire!!! sei troppo brava a descrivere le madame torinesi Vien da dire “ma sono proprio io!” 😉

    1. says: admin

      Siamo proprio noi…!? in fondo le madame di Torino (in cui naturalmente sono compresa anche io, dalla pianta dei piedi alla punta dei capelli) sono una fonte di ispirazione continua, in ogni occasione. Anche all’inaugurazione dell’outlet

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